Sul fronte dell’innovazione curricolare negli ultimi anni l’accento sembra essere posto ormai sull’importanza dell’utilizzo di “materiali aperti, della valorizzazione del gioco e della sperimentazione per tentativi ed errori, dell’esercizio del ragionamento, della dimensione sociale delle attività e della promozione dell’autonomia” (Gariboldi, 2007).
Appare necessario trovare una giusta sinergia tra contenuti significativi e acquisizione di strategie per pensare.
Alessandro e Mattia mi raccontano che durante le lezioni, attraverso alcuni giochi di pensiero, hanno imparato ad usare il metodo dell’ancora:
“Questo metodo un giorno ci ha aiutato a fare una verifica di storia. In questa verifica si dovevano riordinare delle informazioni in sequenza: una informazione era sicura e poi per esclusione e ragionando abbiamo riordinato le altre. Giocando abbiamo imparato anche che se metti due caselle vicine che non sono compatibili non si arriva alla conclusione del gioco. Così anche in classe, se la maestra mette due bambini che litigano o chiacchierano, non stanno attenti alla lezione. Poi con un altro gioco impariamo ad andare d’accordo.”
Se perdono qualcosa hanno imparato il metodo del detective:
“Se a scuola perdi qualcosa si utilizza il metodo del detective che consiste nel farsi delle domande: dove l’avevi messo l’ultima volta che lo hai usato? Dove potrebbe essere finito? Dopo esserti fatto queste domande puoi risponderti ed iniziare a cercarlo.”
Su questa strada, come Comunità per la Cooperazione in Educazione ci siamo incamminati da alcuni anni sostenendo un approccio curricolare costruttivista eche recepisce i recenti sviluppi del postcognitivismo per garantire al percorso scolastico almeno tre importanti dimensioni difficili da trovare insieme nelle nostre scuole: la ricorsività, la flessibilità e la continuità.