Anche per l’educazione è venuto il tempo di rallentare e respirare. Dopo anni impiegati ad avanzare è giunto il tempo di approfondire. Sentiamo di aver bisogno di una decrescita pedagogica che riduca l’attivismo iper-tecnologico, l’enfasi sulle competenze e la standardizzazione dei processi.
E’ giunto il momento di riconoscere che in molti contesti educativi si gioca un gioco per il quale non valgono più le regole fin qui usate e tutte le possibili forme di comunicazione, anche le più sofisticate, appaiono sterili ed inefficaci. Per questo forse dobbiamo riscoprire una nuova mitezza di fronte allo sguardo dell’altro e pensare che anche la pedagogia può contribuire ad un “lavoro” di decostruzione di molte pretese teoriche poco inclini ad un incontro umano autentico.
Abbiamo bisogno di parole che ci facciano stare gli uni di fronte agli altri. Sentiamo l’esigenza di un approccio alla cultura intesa non come mezzo per andare da qualche parte, ma come disinteressata esperienza di libertà.